C’è un prologo da ricordare ora. Siamo a domenica sera e i team hanno appena deciso di rinviare il Gran Premio del Qatar a lunedì di Pasquetta. In sala stampa arriva Casey Stoner e sembra un canguro bastonato. Bisbiglia: non vuole correre. Cerca di convincere Vermuelen e di tirar dentro Capirossi. Basta, partiamo tutti per il Giappone. Chi lo ascolta, si domanda come mai un pilota che è stato davanti in ogni turno di prove, destinato a partire in pole su una pista che ama, preferisca annullare la gara. Manca la sicurezza, dice Casey e probabilmente a questo pensa e stop. Ma l’ ipotesi non frena qualche malignità così sintetizzabile: non si fida delle sue gomme, pensa di non riuscire a finire una gara su ritmi adeguati al podio alto.
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Archivi giornalieri: 13 aprile 2009
La rivoluzione pacifica
Passata la tempesta, c’è un gran bisogno di quiete. La Ferrari raccoglie l’eredità di due gare pesanti e prova, a mente lucida, a riorganizzare le truppe.
Luca Baldisserri lascia lo sgabello al muretto a Chris Dyer. Una transizione senza traumi, niente plotone di esecuzione, nessuna di quelle punizioni esemplari che servono molto alla facciata e poco al senso del gruppo.
La Ferrari fa sapere che Baldisserri resta a Maranello ad occuparsi dello sviluppo della F60 per colmare le lacune di una macchina visibilmente in affanno. Continua a leggere
Il gioco vale la candela
Una pioggia memorabile ha portato ad un temporale ideologico sul merito di una corsa spenta sul nascere, ma che va recuperata.
Farlo in Qatar con un giorno di ritardo è razionalmente la soluzione più plausibile. A smenarci sono i liberi professionisti, quelli che si pagano viaggi e alberghi. A guadagnarci, forse, un sistema che sta provando a lottare con la crisi e non intende certo picchiare la faccia al primo GP. Continua a leggere