Il biondino ride. Ride in continuazione dopo aver smesso di piangere sul podio di Abu Dhabi. Lacrime di gioia anche quelle, comunque. Da allora Sebastian Vettel ha festeggiato il titolo vinto e poi, senza soluzione di continuità. sembra abbia cominciato a festaggiare il secondo titolo consecutivo, titolo che conta di vincere alla fine del 2011, titolo che in molti considerano una questione risolta.
Come dimostrato dal GP Australia, del resto: un monologo. Quindi, che fare? Semplice: gufare.
Il panorama tecnico è cambiato poco o niente, pare completamente diverso il panorama geografico e climatico ma la verità è che in Formula 1 si sta diffondendo a nastro un vizio svelatisimo.
Trattasi di gufare, appunto, mascherando l’attività con allusioni alla pioggia, ai misteri del kers, ai ghiribizzi delle Pirelli, ai serpenti che certo si preparano a invadere la pista. Va bene tutto e il contrario di tutto pur di inserire nel pronostico una variabile rognata per la Red Bull in generale, per Vettel in particolare.
Il che , da un lato, offre la misura della preoccupazione, dall’altro innesca un sistema di forze che, dai e dai, qualche risultato potrebbe produrre. Gli esempi a sostegno della tesi non mancano -meglio evitare di fare pronostici scontati qui: saltano come grilli in piena estate- ma c’è anche chi ricorda una storia diversa e assai recente.
Quella della Brawn e di Jenson Button, campioni del mondo nonostante una tempesta di anatemi. Ecco, a Button pensa Vettel mentre continua a ridere. Mentre, ridendo, gonfia l’invidia e la rabbia altrui come nubi immense, a zonzo nel cielo di Sepang.