Su tutto il podio del Giappone c’è il meglio dell’Italia. La Ducati è pazzesca, vince con Stoner che ritrova Stoner, e si gode la certezza di una moto buona per ora e per il futuro.
Dovizioso, a dispetto di uno Stoner imprendibile, dà tutto, compreso un consiglio alla Honda che è quello di trattarlo bene.
Rossi è vivo e vegeto. Non che avessimo dei dubbi, non noi almeno, ma finalmente lo abbiamo rivisto alle prese con ciò che sa fare meglio, sarebbe a dire il corpo a corpo.
Anche se stiamo parlando di un terzo posto il significato è altissimo e pregnante. Tutti… rossi insomma, mentre Lorenzo è incazzato nero.
Lui e Valentino han firmato un minuto di lotta che vale il biglietto di tutte le gare della stagione messe insieme. “Lorenzo voleva un duello corpo a corpo con me l’ultimo giro – dice Rossi – Ecco, è accontentato“. In effetti In quel tipo di attività Rossi è ancora imbattibile a quanto sembra.
Due occasioni avute da Lorenzo (la prima era lo scorso anno a Barcellona) sono finite nella stessa maniera, con Valentino davanti, e prima di lui ci erano passati Biaggi, Gibernau, Stoner e Pedrosa.
È il passato di Rossi, fatto di queste cose, ad aver inebetito di ammirazione popolazioni intere, mentre il presente gli si rivolta contro con gare dove ormai è più importante fare il tempo che combattere così.
Difatti in questi casi le nuove generazioni non gradiscono, patiscono e subiscono, non accettano. Il motociclismo di adesso o quello di qualche tempo fa con le battaglie al limite? Bisogna scegliere, solo scegliere quello che si preferisce.
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