Nella stretta di mano tra Valentino Rossi e Marc Marquez c’è tutto il bello del motociclismo di oggi. Il vecchio campione sconfitto in America che scopre il vincitore nuovo rivedendosi in lui come in uno specchio, apparentemente senza invidia se non minima, e molta ammirazione. In Marquez ci sono l’atteggiamento giocoso e il piacere della passione che sembravano stingersi nei piloti ultra-professionali e un po’ robottini dell’ultima generazione. Marquez guida in maniera tecnicamente quasi identica a Casey Stoner, eppure radicalmente diversa nell’approccio. Continua a leggere
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Effetti devastanti
Consumato il divorzio ora toccherà valutare l’entità delle conseguenze, dei danni che produrrà inevitabilmente una delle unioni peggio riuscite nella storia degli sport motoristici. Nel biennio rossiano la Ducati ha consumato energie tecniche, umane e finanziarie per assecondare senza successo le richieste del pilota. Allo stesso tempo Valentino è stato sottoposto ad uno stress psicologico fuori dalla norma e ora dovrà recuperare in fretta l’attitudine a lottare per il podio, dopo aver remato per mesi a centrogruppo. Continua a leggere
Lorenzo, basta così
Al suo posto, di solito parlano gli altri. Il suo manager, ad esempio, un provocatore nato. Di quelli che attaccano a fronte di presunte (e inventate) aggressioni. Il giochetto non è nuovo. Questo signor Marcos Hirsch andò in bestia perchè il vertice della Yamaha al cospetto del nono titolo di Valentino (il quarto vinto con Yamaha) fece i complimenti a Valentino esprimendo gratitudine e amore. Come se non fosse normale, lecito e sacrosanto gratificare Rossi in quel modo. Continua a leggere
La parabola dei Rossi
Graziano Rossi è straniante, folle, bislacco, tifoso, insostituibile. Non le pensa, le crea. Stavolta è la “parabola del matrimonio”, sparata lì al termine di una delle più straordinarie gare di Valentino: “Se in un matrimonio -dove la moglie è la Yamaha e il marito è Rossi-, c’è la moglie che fa la furba, un marito come Rossi di altre fidanzate ne trova molte…e la Yamaha ha mille modi se vuole di alzare la gonna fino a chissadove”.
Non entra nello specifico, ma sottolinea uno scontento di fondo che avvolge il figlio. Uno scontento rimandato, o sottolineato se preferite, dalla gara di Misano, che è la corsa perfetta in tutti i sensi. Perché è addirittura un noioso capolavoro di velocità, una esaltante manifestazione di integrità, a dispetto di anni 30 compiuti contro i 20 degli avversari più forti. Quell’imprudenza inevitabile e vincente del giovane si oppone al talento e al ragionamento puri del veterano. Continua a leggere
Autocasey e Motovale
Dopo un test così i pronostici te li tirano dietro scontatissimi. Stoner non te lo pagano nemmeno bene. Troppa paga data a sua volta, a tutti, quando serviva vincere quella BMW in palio, secondo metodo collaudatissimo: dentro, schiaffone, fuori. Incredibile a guardarlo.
E’ come pensare ad Usain Bolt che si presenta ai blocchi senza riscaldamento e fa il record dei cento senza strapparsi. Beh, Casey Stoner lo fa di norma. Dopo averti ubriacato di dubbi su questa pista, magari. Che non piace nè a lui nè alla sua moto. E figurati se gli piacesse!
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