Mentre la Honda va così forte con Pedrosa da incappare nell’anonimato che di solito viene riservato alle fughe solitarie, il fuoco dopo Le Mans si sposta su Yamaha e Ducati. Al di là del fascinoso scambio di moto tra Rossi e Dovizioso, in Francia accadono un sacco di cose eccezionali che diventano tema da cappuccino o aperitivo, secondo l’ora di frequentazione del bar. Ma non possono e non devono diventare fuorvianti. La gara di Dovizioso con la Ducati è straordinaria. Va bene. L’ingaggio con Pedrosa finché dura è millimetrico e persino duro pensando a due tra i piloti più corretti e refrattari alla bagarre dell’intero circondario. Va bene. Continua a leggere
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L’ultima spiaggia di Dani
Ma lo sa Pedrosa che questa è l’ultima spiaggia? Sembra proprio di sì. È l’ultima spiaggia del box, e concedeteci un po’ di esasperazione simil calcio (quando si parla di scudetto
dopo la prima giornata) perché la psicologia conta e c’è da tener dietro Marquez, per la prima volta nell’anno, dopo esserci finito dietro nelle prime due gare. Lo sa, sembra
saperlo Dani, che questo jolly – sull’asfalto di Jerez ha imparato ad andare in moto, prima di imparare a camminare – non è da sprecare, tanto più che vedere il fenomenino Marc con, addirittura, qualche difficoltà sembra una visione. Continua a leggere
Campioncini del mondo
E’ abbastanza curioso ciò che è accaduto a Le Mans. Mi riferisco a Simoncelli che accontenta con una puntualità sconcertante chi lo accusava a vuoto. A parte Pedrosa, la vera e unica vittima di quella manovra scellerata, non è il caso di metterla giù dura. Mi riferisco a Lorenzo, mi riferisco a Stoner. Continua a leggere
Nel limite di Stoner
Il discorso è buono, crediamo, sia per chi è innamorato di Stoner, sia per chi non lo è affatto. Stiamo parlando di un pilota di primo livello, di un campione del mondo e quindi sono alte le asticelle superate e da superare. Dunque: cosa offre questi inizio stagione? Una caduta in Qatar nel momento in cui la corsa stava tutta nelle sue mani. Una caduta in prova a Jerez con conseguente perdita della trebisonda in prova e una gara di contenimento su una pista che Stoner non ama. Una caduta a Le Mans nel momento in cui si trattava di forzare per riagganciare Rossi-Lorenzo-Pedrosa. Sono cose che capitano? Continua a leggere
La gara perfetta di Jorge
Jorge Lorenzo è perfetto nella gestione delle cose, delle corse, dei rapporti. Perfetto per stare lì, in quel ruolo di compagno di squadra di Rossi, che oggettivamente non è facile da sostenere. Ma Lorenzo non era così, non lo era lo scorso anno, non lo era due anni fa. Il segno forte che lo spagnolo manda è quello di una volontà e di una reattività che sono merce rara e preziosa e che rendono un pilota forte un vero campione. L’esempio di Rossi è lampante, lui l’ha reso istruttivo, è stato a guardare il maestro. Continua a leggere